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Riforma dell'Apss, anche per Cgil, Cisl e Uil "contorni vaghi e indefiniti"

I sindacati presenti al tavolo con l'assessore Segnana: "Tanti passaggi avvenuti senza confronto"

Dopo il sindacato degli infermieri Nursing up, anche Cgil Cisl e Uil muovono le loro critiche all'incontro di lunedì 23 agosto con l'assessore provinciale alla salute Stefania Segnana. Il tavolo era stato convocato con l'idea di coinvolgere le parti sociali in merito alla riforma della sanità trentina, anche se la tempistica della convocazione (ad 8 giorni dalla fine della sperimentazione, con la delibera che verrà assunta entro il 31 agosto) ha causato non poche polemiche.

"Una mini-controriforma dai contorni vaghi e indefiniti" commentano in una nota i segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil). Un progetto – secondo le tre confederazioni sindacali - che risponde più a logiche di consenso elettorale che al reale miglioramento dell’assistenza sanitaria per i cittadini e le cittadine.

All’incontro le tre confederazioni hanno stigmatizzato il poco tempo a disposizione per approfondimenti: tempi ridotti al minimo che, anche questa volta, hanno reso il confronto con le parti sociali una "mera formalità". "Tutti i passaggi cruciali, dalla decisione di tagliare 120 milioni di euro dal budget dell’Apss fino all’assenza di alcuna attenzione verso il personale sanitario, passando per la crisi della direzione dell’Azienda, sono avvenuti senza alcun confronto con i portatori d’interesse primi tra tutti il personale dell’Azienda e gli organismi previsti dalla legge provinciale sulla salute" hanno sottolineato Grosselli, Bezzi e Alotti.

Secondo le sigle, "mancano analisi compiute di quali sono gli obiettivi che la riorganizzazione si prefigge e come gli esiti possano essere misurati e valutati nel corso del tempo. Sono del tutto carenti approfondimenti sul fabbisogno di personale dei prossimi anni e di quali risorse, oltre ai 400mila euro indicati in delibera, serviranno per realizzare la riorganizzazione stessa. Neppure sul fronte della medicina territoriale non si assume una strategia compiuta, perché il riassetto della medicina generale è lasciato alla volontarietà dei professionisti e sul socio-sanitario si rimanda ancora una volta alla revisione delle Comunità di Valle".

Un quadro che ha spinto Cgil, Cisl e Uil a chiedere ulteriori spazi di discussione: "Non si fa nessun riferimento nemmeno alle risorse che arriveranno dal Pnrr. Crediamo sia importante tenere aperto il confronto con l’obiettivo reale di rendere la sanità trentina migliore in termini qualità, efficienza e capillarità dell’assistenza per i cittadini e le cittadini che vivono su tutto il territorio della nostra provincia" hanno concluso i tre segretari generali.

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